La Ratline per i nazisti è stata raccontata nel libro omonimo dei giornalisti Mark Aarons e John Loftus, australiano il primo e statunitense il secondo.
Alla fine del secondo conflitto mondiale le vie del ratto ("Rat Lines", nome coniato dai Servizi Segreti Militari americani. In tedesco "Rattenlinien"), venne creata per far evacuare alcuni agenti dei servizi tedeschi, ma anche molti gerarchi nazisti. Esistevano due grandi vie di fuga: una rete organizzata del vescovo Alöis Hudal era specializzata nella fuga dei criminali di guerra tedeschi, ed una seconda rete specializzata negli ustascia croati, diretta e coordinata da Padre Krunoslav Draganović, segretario dell'Istituto Croato di San Girolamo, il principale organizzatore delle ratline utilizzate da noti criminali di guerra per sfuggire alla giustizia.
Scopo di tali operazioni era quello di utilizzare queste persone, nonostante le gravissime colpe di cui si erano macchiati, nell'intento di combattere la minaccia comunista globale. Questa esigenza nasceva dal fatto che proprio i nazisti avevano combattuto in prima linea i russi ed i partiti comunisti nei paesi occupati.
Nel 1947, appena finita la guerra e in piena occupazione alleata, i nazisti che sono riusciti a scampare al processo di Norimberga danno vita ad un'organizzazione dal nome O.D.E.SS.A, acronimo che sta per Organisation der Ehemaligen SS-Angehörigen (in tedesco Organizzazione degli ex-membri delle SS). Tale organizzazione si prefiggeva di spostare capitali, accumulati per lo più sottraendoli alle vittime dell'Olocausto, all'estero e di produrre documenti per evacuare i membri in paesi sudamericani. La maggior parte dei fuggitivi raggiungeva clandestinamente l'Italia e attraverso lasciapassare della Croce Rossa Internazionale o del Vaticano, con la compiacenza e l'appoggio di alti prelati, riuscivano a raggiungere l'Argentina ed altri stati sudamericani.
Reimann fugge dalla Germania grazie ad O.D.E.SS.A.
Juric lo aiuta a raggiungere l'Italia attraverso la ratline.
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