martedì 15 settembre 2015


Il luogo dove si svolge la storia è il carcere di Regina Coeli che è il principale e più noto carcere di Roma ed è, amministrativamente, la casa circondariale della capitale italiana.
La struttura carceraria in parola è collocata in un complesso edilizio risalente al 1654 (originariamente sede di un convento); nel 1881 fu convertita all'uso attuale.


Il romanzo ha due pilastri: il carcere (i suoi operatori) e l'esoterismo nazionalsocialista.
La storia si svolge a Roma nel 1970.


Carlo Maria Ferrero, giovane direttore di istituto penitenziario, è destinato a dirigere "Regina Coeli". Appena arrivato al reclusorio, popolato da strani personaggi, Carlo scopre, però, che all'interno della struttura si tengono culti misterici.
Senza volerlo, il giovane funzionario si troverà a fare i conti con una realtà pericolosa e molto più grande di lui, ad assistere a fatti inspiegabili che, però, rivelano un legame con tanti misteri del passato: la ricerca di Agharti, Himmler, le SS, la Thule, la Golden dawn, la Forschungsgemeinschaft Deutsches Ahnenerbe e molto altro...

Ecco un reportage d'eccezione dell'Archivio storico Luce che rimanda all'ambiente ove si svolge la narrazione.

venerdì 11 settembre 2015

Verso Lhasa

Nel IV capitolo del romanzo si narra della spedizione organizzata dalle SS in Tibet.

"Gangtok, 1 dicembre 1938: giorno 1 
Dopo due mesi di navigazione e quattro mesi tra
Calcutta e Gangtok, finalmente la nostra spedizione
può dirsi cominciata. Oggi abbiamo ricevuto una lettera
con ben cinque sigilli dal governo del Tibet. Possiamo
entrare a Lhasa.
Ho speso questo tempo infinito a mettere a punto i
dettagli dell’itinerario, a discutere con gli altri membri
della spedizione, che purtroppo non ho potuto scegliere
io, a fissare gli obiettivi della missione e a preparare
i programmi di ricerca, rivedendoli e adattandoli
alle diverse esigenze che la diplomazia ci ha imposto.
Ho al seguito, oltre agli utili Beer, in veste di tecnico
e addetto alla logistica, e Krauste, fotografo e cineoperatore,
anche un antropologo ed etnologo, il dott.
Arnold Weger, e il geografo e geomagnetologo Ralph
Fienert. Spero che troppi interessi scientifici diversi
non finiscano per essere d’intralcio alla spedizione che
ha obiettivi ben più importanti. "


Durante il regime nazista, dalla Germania furono inviate cinque spedizioni in Tibet, sia per scopi alpinistici (scalare alcune tra le vette più alte del mondo), che per ragioni etnologiche, naturalistiche e anche politiche. Le spedizioni ebbero anche 11 morti.
Nel 1937 Himmler, che oltre ad essere uno dei più importanti gerarchi nazisti era anche uno dei leader dell'Ahnenerbe, l'associazione tedesca Deutsches Ahnenerbe – Studiengesellschaft für Geistesurgeschichte (Eredità tedesca degli antenati – Società di studi per la preistoria dello spirito) organizzò ed in parte finanziò nel 1938 una spedizione in Tibet.
Si voleva verificare la teoria di Hans F.K. Günther il quale sosteneva che gli antichi Ariani provenissero dall'Himalaya e fossero poi scesi a conquistare l'India, la Cina ed il Giappone. Anche Gautama Buddha sarebbe stato un ariano tra i più illuminati. Uno dei sostenitori di tale teoria, Walter Wust, aveva persino trovato analogie tra le dottrine di Buddha e quelle di Adolf Hitler.
Uno degli scopi di questa spedizione era quello di cercare il fantomatico regno sotterraneo di Agarthi, governato da saggi rappresentanti della razza ariana. Altri scopi propri di questa missione erano di carattere etnologico, naturalistico e anche politico, infatti la Germania cercava una base sicura da cui poter eventualmente fomentare i disordini etnico-religiosi in India.
La spedizione fu effettuata dal maggio 1938 all'agosto 1939. Guidata da Ernst Schäfer, essa si componeva di molti esploratori e studiosi e venne a costare 65.000 Reichsmark.
Nel 1943 fu distribuito Geheimnis Tibet, un documentario costruito a partire dalle riprese fatte durante la spedizione.