martedì 12 marzo 2013

Società Thule.

La Società Thule (in tedesco: Thule-Gesellschaft) fu una società segreta di carattere Nazionalista e costituì il nucleo originale del Partito nazista, Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei (NSDAP).


Il Motto della Thule-Gesellschaft era:



« Gedenke, dass Du ein Deutscher bist. Halte dein Blut rein! "
« Ricorda che sei un tedesco. Conserva il tuo sangue puro! »


La Società Thule fu fondata nel 1910 da Felix Niedner, che tradusse in tedesco il libro Old Norse Eddas. La società fu influenzata anche dagli scritti di Lanz von Liebenfels, un misto di teosofia, paganesimo nordico, antisemitismo, mistificazione dell'alfabeto runico.
La Società Thule fu trasferita il 18 agosto 1918 a Monaco, su iniziativa di Rudolf Glauer, Barone Rudolf von Sebottendorff di adozione, capo del ramo bavarese del Germanenorden. La Thule stessa era, almeno inizialmente, un'affiliazione a Monaco del Germanenorden. Il gruppo si riuniva ogni sabato nelle ampie e lussuose stanze dell'albergo di lusso Hotel "Vier Jahreszeiten". Contava un totale di 500 membri nella Baviera, di cui 250 nel capoluogo Monaco.
Thule-Gesellschaft era il nome di un gruppo di studiosi di storia germanica, esistente da parecchi anni, sotto la direzione di Walter Nauhaus, il quale autorizzò von Sebottendorff a utilizzare questo nome come pseudonimo del Germanenorden Walvater[2]. Il Germanenorden era un gruppo segreto di studiosi di storia germanica, formatosi a Berlino nel 1912 e diretto prima di allora da Theodor Fritsch, Phillip Stauff e Hermann Pohl. Durante la prima guerra mondiale si divise in due gruppi, l'originale Germanenorden e il Germanenorden Walvater.
La Thule fu subito caratterizzata da un acceso nazionalismo e da un intenso antisemitismo. Vide tra i suoi adepti Karl Harrer, Dietrich Eckart, Anton Drexler, Rudolf Hess, Alfred Rosenberg, Hans Frank, Karl Eckhardt, Gottfried Feder.
Le riunioni erano segrete; il fatto che la Thule fosse nota al mondo esterno come Germanenorden servivano in primo luogo a depistare le indagini dell'Armata Rossa sui loro attivisti.[senza fonte]
Hans Frank, giurista e futuro governatore nazista della Polonia, lavorava all'epoca per una società di ricerche araldiche e genealogiche, guidata dal dott. William Daumenlang, che rimase entusiasta di una propria scoperta, secondo la quale lo stemma degli Hohenzollern conteneva una croce a svastica.[senza fonte]
La società Thule sarebbe strettamente legata a una società segreta tedesca, l'Ordine dei Nuovi Templari, fondata nel 1912.
Il 7 novembre 1918 Kurt Eisner, intellettuale ebreo e sostenitore della Lega delle Nazioni, proclamò la nascita di una Repubblica Socialista a Monaco, destando le ire dei nazionalisti tedeschi che temevano la realizzazione del disegno di Marx e Engels in tutta la Baviera, ovvero in tutta la Germania con una Repubblica Socialista a Berlino. Il 9 novembre von Sebottendorff pronunciò un appassionato discorso davanti alla Thule, incitando i membri a una resistenza contro l'Armata Rossa, e divenendo il capo della Thule di Monaco.
Rudolf von Sebottendorff acquistò nel 1918 il Münchener Beobachter (Osservatore di Monaco), un piccolo settimanale locale stampato per la prima volta nel 1868. Sebottendorff lo rinominò Munchener Beobachter und Sportblatt, facendone l'organo di stampa ufficiale della Thule. Dietrich Eckart fornì la somma necessaria all'acquisto, sebbene von Sebottendorff provenisse da una famiglia molto ricca. Nel 1919, Sebottendorff incaricò Georg Muller della direzione del giornale, e fra i suoi collaboratori scelse Wilhlem Laforce eMarc Sesselmann, e Gottfriend Feder. Anni più tardi, il giornale cambierà di nuovo nome e diventerà il Völkischer Beobachter (Osservatore del Popolo), l'organo di stampa ufficiale del partito nazista.
La Thule attinse a piene mani dalle teorie del professore di geopolitica Karl Haushofer, convinto assertore del ritorno della grande Germania e dell'espansione ad est al fine di costituire un solido "spazio vitale" che avrebbe a sua volta garantito il dominio sul mondo, dagli insegnamenti di uno strano monaco cistercense allontanato dalla Chiesa, Adolf Lanz von Liebenfels, fondatore dell'"Ordine dei nuovi Templari", una sorta di setta che predicava l'esistenza della razza superiore formata dagli ariani, che erano ritenuti semidei col compito di liberare il mondo dagli ebrei. La Thule si ispirò molto anche al Buddhismo tibetano deformandone i contenuti ed anche alle dottrine esoteriche di madame Helena Petrovna Blavatsky, la celebre medium e occultista, fondatrice della Società Teosofica Internazionale, che sosteneva di essere in contatto telepatico con gli antichi "Maestri sconosciuti", i sopravvissuti di una razza eletta, che sarebbe vissuta tra Tibet e Nepal, i quali si sarebbero rifugiati in seguito a una spaventosa catastrofe nelle viscere della terra, dove avrebbero fondato una straordinaria civiltà sotterranea, la mitica Agarthi.
Gli appartenenti a Thule miravano, attraverso la telepatia e attraverso specifici riti occulti, che si svolgevano solitamente nei boschi e vicino a corsi d'acqua, ad entrare in contatto con questa sorta di superuomini, al fine di ricostituire la razza superiore.[senza fonte]
L'eredità ideologica della società Thule fu raccolta dal Partito Nazionalsocialista tedesco (NSDAP). Adolf Hitler e il suo movimento forgiarono il loro pensiero e cominciarono la loro scalata proprio all’ombra di personaggi controversi come Glauer ed Eckart. Hitler fu iniziato alla Società Thule nel 1919 da Dietrich Eckart, che in quel periodo ne era il leader. Hitler dedicò successivamente il Mein Kampf a Eckart[4]. Non ci sono testimonianze in merito al fatto che Hitler abbia preso parte a riunioni della Thule, dopo l'iniziazione. Nel 1920, Hitler diventerà la guida del Partito Nazionalsocialista.
La società Thule fu una delle prime organizzazioni soppresse da Hitler dopo la sua ascesa al potere, insieme ad altre società esoteriche (si dice inviando diversi suoi membri neicampi di concentramento, ma alcuni storici sostengono che sia stata solo un'operazione di camuffamento, di finta morte recitata della Thule), mentre altri diventarono gerarchi del regime nazista.
Nel 1941, Adolf Hitler per impedire che altri potessero acquisire conoscenze esoteriche superiori alle proprie, sciolse le società segrete, tra cui la Thule, che però continuò la sua attività sotto l'unità segreta SS E-IV (Entwicklungsstelle 4), Nucleo di Ricerca Tecnica E-IV delle SS.

Nel romanzo è fondamentale la storia della Società Thule. Il segreto che Schmidt preserva dal mondo trova le proprie radici nella Thule.
Anche don MirkoJuric ha un passato complesso. 


      Società Thule                                                                            L'Emblema della 
                                                                                                     Thule Gesellschaft



L'Emblema della Thule Gesellschaft 
precursore del NSDAP

Thule svastica

La svastica Thule si distingue da altre forme di svastica dai bracci curvi. Questa è la vera forma della svastica "nordica", che rappresenta la "frusta della creazione" e la spirale galattica.



Thule (mito).


Thule (o anche, in italiano, Tule) è un'isola divenuta leggendaria citata per la prima volta nei diari di viaggio dell'esploratore greco Pitea (Pytheas), salpato da Marsiglia verso il 330 a.C. per un'esplorazione dell'Atlantico delNord. Nei suoi resoconti (screditati da Strabone ma oggi considerati attendibili) si parla di Thule come di una terra di fuoco e ghiaccio nella quale il sole non tramonta mai, a circa sei giorni di navigazione dall'attuale Regno Unito.
Nel corso della tarda antichità e nel medioevo il ricordo della lontana Thule ha generato un resistente mito: quello dell'ultima Thule, come fu per la prima volta definita dal poeta latino Virgilio nel senso di estrema, cioè ultima terra conoscibile, e il cui significato nel corso dei secoli trasla fino a indicare tutte le terre "aldilà del mondo conosciuto" , come indica l'origine etrusca della parola "tular ", confine. [1][2] Il mito, che possiede molte analogie con altri miti, ad esempio con quello dello Shangri-La himalaiano, ha affascinato anche in epoca moderna.
Esso è stato anche alla base della formazione di gruppi occulti come quello tedesco della Società Thule (Thule Gesellschaft) (fondata il 17 agosto 1919) e che identificava in Thule l'origine della saggezza della razza ariana, popolata da giganti con i capelli biondi, gli occhi azzurri e la pelle chiara, che un tempo dominavano il mondo, successivamente perso per aver consumato relazioni sessuali con membri di altre razze, inferiori, subumane e in parte animali.
In effetti, nel mito tuleano di una terra abitata da una razza umana sotto certi aspetti "superiore", identificata sovente con il popolo degli Iperborei, organizzata in una società pressoché perfetta, si possono facilmente ritrovare alcune delle basi del concetto — accolto e divulgato dal nazismo — di razza ariana, ovvero superiore a qualsiasi altra e dunque inevitabilmente dominante sul mondo.




giovedì 7 marzo 2013

Papa Paolo VI.


Papa Paolo VI, nato Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini (in latino: Paulus VI; Concesio, 26 settembre 1897 –Castel Gandolfo, 6 agosto 1978), è stato il 262º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, Primate d'Italia e 4º sovrano dello Stato della Città del Vaticano a partire dal 21 giugno 1963 fino alla morte. 
È venerabile dal 20 dicembre 2012, dopo che papa Benedetto XVI ne ha riconosciuto le virtù eroiche.
Nel 1931, durante il suo lavoro nella FUCI, Montini aveva avuto l'incarico di visitare celermente Germania e Svizzera, per organizzare la diffusione dell'enciclica Non abbiamo bisogno, nella quale Pio XI condannava lo scioglimento delle organizzazioni cattoliche da parte del regime fascista. Nel 1933 ebbe termine il suo impegno di essere assistente ecclesiastico nazionale della FUCI.
Il 13 dicembre 1937 fu nominato sostituto della Segreteria di Stato; iniziò a lavorare strettamente al fianco del cardinale segretario di stato Eugenio Pacelli. Il 10 febbraio 1939, per un improvviso attacco cardiaco, Pio XI morì. Alle soglie della seconda guerra mondiale, Eugenio Pacelli venne eletto pontefice con il nome di Pio XII.
Poche settimane dopo, Montini (sempre con il ruolo di sostituto) collaborò alla stesura del radiomessaggio di papa Pacelli del 24 agosto per scongiurare lo scoppio della guerra, ormai imminente; sono sue le storiche parole: « Nulla è perduto con la pace! Tutto può esserlo con la guerra »
Durante tutto il periodo bellico svolse un'intensa attività nell'Ufficio informazioni del Vaticano per ricercare notizie su soldati e civili. Il 19 luglio 1943 accompagna Pio XII nella visita al quartiere San Lorenzo colpito dai bombardamenti alleati. Nel 1944, alla morte del cardinale Luigi Maglione, il futuro papa assunse la carica di pro-segretario di Stato; insieme a Domenico Tardini (futuro segretario di stato di Giovanni XXIII), Montini si trovò a lavorare ancora più a stretto contatto con Pio XII.
In questo periodo fu l'organizzatore delle trattative che la principessa Maria José di Savoia, nuora del re Vittorio Emanuele III, in tutta segretezza andava allestendo con gli Americani per giungere ad una pace separata. I Savoia cercavano infatti di sganciarsi da Benito Mussolini, per potersi distinguere dai responsabili della prevista disfatta e garantirsi quindi la sopravvivenza politica a guerra conclusa. Il ruolo di Montini fu proprio quello del mediatore che ricercò i contatti e condusse gli incontri.
Va ricordato che la guerra fu occasione di violentissime polemiche relative al ruolo della Chiesa, e in particolare di Pio XII che fu accusato di aver mantenuto verso i tedeschi, cioè verso il Nazismo, un atteggiamento troppo distaccato, anzi sospetto di collaborazionismo. Montini fu investito appieno dalla tempesta, stante la centralità della sua posizione e la sua strettissima vicinanza al Papa, e si trovò a dover difendere se stesso ed il Pontefice dalle accuse di filo-nazismo. Il sospetto veniva poi accresciuto dalla considerazione degli esiti delle dette trattative di Maria José, il cui eventuale successo sarebbe stato contrario agli interessi di Berlino.
Per contro, va menzionato che Montini si occupò più volte e a vario titolo dell'assistenza che la Chiesa forniva ai rifugiati ed agli ebrei (ai quali distribuì ripetute provvidenze economiche a nome di Pio XII), oltre ai 4.000 ebrei romani che la Chiesa di nascosto riuscì a salvare dalle deportazioni, azione che, secondo alcuni studiosi, la Chiesa non avrebbe potuto compiere se si fosse schierata apertamente contro la potenza bellica tedesca.
Al termine della seconda guerra mondiale, Montini era in piena attività per salvaguardare il mondo cattolico nello scontro con la diffusione delle idee marxiste; ma in modo meno aggressivo rispetto a molti altri esponenti. Nelle elezioni amministrative del 1952 non fece mancare il suo appoggio ad uno dei politici che stimava di più, Alcide De Gasperi.
Il 29 novembre fu nominato pro-segretario di Stato per gli Affari straordinari.
Il 1º novembre 1954, dopo la morte di Alfredo Ildefonso Schuster, Pio XII lo nominò arcivescovo di Milano. A molti questo parve un allontanamento dalla Curia romana, perché improvvisamente egli venne estromesso dalla Segreteria di stato e assegnato all'arcidiocesi ambrosiana per precise disposizioni di papa Pacelli.
Alla morte di Pio XII, il conclave elesse papa, il 28 ottobre 1958, l'anziano Patriarca di Venezia, Angelo Giuseppe Roncalli, il quale aveva grande stima di Montini, (fra i due vi era una consolidata amicizia fin dal 1925), tanto che lo inviò in molte parti del mondo a rappresentare il papa.
Montini fu il primo cardinale nella lista dei porporati creati da Giovanni XXIII nel Concistoro del 15 dicembre 1958. Del resto avevano avuto stretti rapporti di collaborazione quando erano entrambi arcivescovi.
Il breve ma intenso pontificato di Giovanni XXIII vide Montini attivamente coinvolto, soprattutto nei lavori preparatori del Concilio Vaticano II, aperto con una solenne celebrazione l'11 ottobre 1962. 
Il concilio però si interruppe il 3 giugno 1963 per la morte di papa Roncalli, malato da qualche mese.
Il Conclave che seguì si concluse con l'elezione di Montini, che assunse il nome di Paolo VI, il 21 giugno 1963. 
L'incoronazione si svolse in piazza San Pietro la sera di domenica 30 giugno 1963.

E' al Cardinale Montini che, nel romanzo, Juric scrive del nuovo direttore e delle sue iniziative gestionali.
E' al Cardinale Montini che Juric chiede di intervenire quando la vicenda sta volgendo al peggio.






Lhasa.




Lhasa (in tibetano "trono di Dio") situata a 3650 m di altitudine nella valle del Kyi Chu, è la principale città del Tibet, territorio fin dal 1750 direttamente o indirettamente controllato dalla Cina (e ora dalla Repubblica Popolare Cinese). 
Attualmente Lhasa è, quindi, la capitale della Regione Autonoma del Tibet. 
Era anche la residenza tradizionale del Dalai Lama.
Era già un importante centro amministrativo quando il sovrano Songten Gampo (618-649) proseguì nell'opera di unificazione delTibet. Nello stesso periodo furono costruiti la fortezza del Palazzo del Potala e il tempio del Jokhang per ospitare le effigi delBuddha portate in dote dalle mogli, una cinese e l'altra nepalese. 
Da Lhasa i re di Yarlung governarono per 250 anni.
Nel 1642 divenne capitale del Tibet quando il 5° Dalai Lama costruì la sua residenza sulle rovine del vecchio Potala.
Nel 1950 Lhasa e tutto il Tibet vennero invasi dalla Cina ed assoggettati alla sua amministrazione.

E' verso Lhasa che la spedizione delle SS prende le mosse. Sarà un viaggio pieno di pericoli oltre che faticoso e avventuroso.
Solo la ferma determinazione dei protagonisti consentirà di raggiungere l'ambizioso obiettivo.







Ratline.


La Ratline per i nazisti è stata raccontata nel libro omonimo dei giornalisti Mark Aarons e John Loftus, australiano il primo e statunitense il secondo.
Alla fine del secondo conflitto mondiale le vie del ratto ("Rat Lines", nome coniato dai Servizi Segreti Militari americani. In tedesco "Rattenlinien"), venne creata per far evacuare alcuni agenti dei servizi tedeschi, ma anche molti gerarchi nazisti. Esistevano due grandi vie di fuga: una rete organizzata del vescovo Alöis Hudal era specializzata nella fuga dei criminali di guerra tedeschi, ed una seconda rete specializzata negli ustascia croati, diretta e coordinata da Padre Krunoslav Draganović, segretario dell'Istituto Croato di San Girolamo, il principale organizzatore delle ratline utilizzate da noti criminali di guerra per sfuggire alla giustizia.
Scopo di tali operazioni era quello di utilizzare queste persone, nonostante le gravissime colpe di cui si erano macchiati, nell'intento di combattere la minaccia comunista globale. Questa esigenza nasceva dal fatto che proprio i nazisti avevano combattuto in prima linea i russi ed i partiti comunisti nei paesi occupati.
Nel 1947, appena finita la guerra e in piena occupazione alleata, i nazisti che sono riusciti a scampare al processo di Norimberga danno vita ad un'organizzazione dal nome O.D.E.SS.A, acronimo che sta per Organisation der Ehemaligen SS-Angehörigen (in tedesco Organizzazione degli ex-membri delle SS). Tale organizzazione si prefiggeva di spostare capitali, accumulati per lo più sottraendoli alle vittime dell'Olocausto, all'estero e di produrre documenti per evacuare i membri in paesi sudamericani. La maggior parte dei fuggitivi raggiungeva clandestinamente l'Italia e attraverso lasciapassare della Croce Rossa Internazionale o del Vaticano, con la compiacenza e l'appoggio di alti prelati, riuscivano a raggiungere l'Argentina ed altri stati sudamericani.

Reimann fugge dalla Germania grazie ad O.D.E.SS.A.
Juric lo aiuta a raggiungere l'Italia attraverso la ratline.



martedì 5 marzo 2013

Ghetto ebraico di Roma e la tradizione enogastronomica.


Fu con la  bolla Cum nimis absurdum che il Papa Paolo IV nel 1555 istituì quello che poi è diventato uno dei più antichi e meravigliosi “ghetti” del mondo.

E’ nell’arco di  quelle piccole stradine romane che si intrecciano tra la Chiesa di Santa Maria del Pianto, i resti del Portico d'Ottavia e la riva del Tevere nei pressi dell'Isola Tiberina, dove gli ebrei furono relegati a vivere, ed è lì che, nel tempo, essi costruirono una parte importantissima della tradizione romana.

E' impossibile non rimanere incantati dalla maestosità della Sinagoga, dalle bellezze del Museo ebraico, e dai profumi delle trattorie storiche del quartiere, in cui è possibile degustare i piatti più tipici ed antichi della tradizione enogastronomica romana.

Tra queste vie il nostro protagonista (Carlo) trascorrerà parte del proprio tempo libero...tra passeggiate e cene prelibate.


Per il lettore più curioso...scarica il dépliant

Dame di San Vincenzo.

Compiono 150 anni i Gruppi di Volontariato Vincenziano attivi a Milano dal 19 novembre 1857, quando due nobildonne meneghine, Elisa Melzi d' Eril Sardi ed Elisa Lurani Cernuschi Del Carretto, diedero vita alla prima «Compagnia di San Vincenzo». L' esempio veniva dalla vicina Francia e dai gruppi ispirati all' opera di San Vincenzo de Paoli, attivo nella fondazione di associazioni caritative fin dall' inizio del ' 600. Attratte dall' idea di poter agire contro i disagi sociali e la miseria, le fattive signore milanesi aderirono numerose all' iniziativa benefica: erano nate così anche all' ombra della Madonnina le «Dame di San Vincenzo», con la missione di operare nei quartieri più bisognosi, a sostegno delle famiglie in difficoltà, dei malati, degli anziani. Tra le loro iniziative più conosciute la distribuzione quotidiana di cibo o indumenti, e le tradizionali «fiere» di autofinanziamento. 
Anche a Roma le Dame di San Vincenzo furono molto attive, portando conforto, ad esempio, ai carcerati.





Come si leggono i post?

Alcuni amici mi hanno chiesto quale regola segua per quanto riguarda i post pubblicati su questo blog.
E' chiaro che, come ho sempre precisato, il blog nasce dall'idea di avere un diario personale che affianchi il progetto di realizzare un romanzo giallo/noir/storico che possa essere pubblicato da una qualche casa editrice, ma è pur vero che non posso svelare ai lettori tutto quello che accade nell'opera.
Gli interventi presenti servono, quindi, a solleticare la mia fantasia ed a incuriosire i futuri lettori su quanto in fieri.
Peraltro, le informazioni pubblicate sono state postate in modo volutamente disordinato proprio al fine di consentire ai lettori più attenti di ricostruire, in futuro, dopo aver letto il romanzo,  il percorso logico del blog (il puzzle).

Portate pazienza.

Altra domanda che mi viene fatta di rito è: a che punto stai?
La risposta è che ho realizzato i primi nove capitoli e sto lavorando agli ultimi cinque o sei.
So che l'attesa è snervante ,-) ma bisogna attendere per vedere cosa riuscirò a partorire (spero, peraltro, per marzo c.a.).