Carlo Ferrero
sceglie di andare a Roma a dirigere il carcere di Regina Coeli per emanciparsi dalla
figura ingombrante e ambigua del Padre - On Alberto Ferrero che vorrebbe per lui
una carriera da magistrato. Il padre male tollera inoltre le idee progressiste
del figlio, scambiandole per anarchiche e temendo un suo coinvolgimento nel 68.
Arriva a Regina Coeli, conosce i primi collaboratori: Pinna, Marini, Juric e Marchetti. ma
da subito trova un clima pesante nel carcere, un misterioso silenzio che lo insospettisce.
Un fatto grave è avvenuto da poco, un detenuto è stato ridotto in fin di vita e
lui non è stato avvertito. Il clima è teso, Carlo si sente estraneo e sente l’ombra
del padre. Mentre prende le misure e cerca di far valere la propria personalità
scoppia una protesta in carcere. Durante il tumulto, Carlo nota un detenuto,
Carl Schmidt, arrestato ed in attesa di giudizio per la collaborazione con l’eversione
di destra. Scmhidt, uomo di cultura, ex bibliotecario vaticano dirige un
gruppuscolo di detenuti con molta autorità e seda la rivolta.
A Carlo non
sfugge la cosa. Si incuriosisce e lo vuole conoscere.
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