lunedì 2 novembre 2015

L'interesse del grande pubblico per "THULE - Il segno del comando" continua a crescere, come testimoniano i 1420 likers della pagina Facebook dedicata all'avvincente romanzo.
Grazie a tutti!

Di seguito si riporta la recensione apparsa su Mangialibri.it:

"Anni Settanta, Roma, la capitale di un Paese in piena agitazione politica. Carlo Maria Ferrero è un enfant prodige dell'amministrazione penitenziaria. Il suo stile deciso e al contempo corretto lo ha portato in breve tempo, nonostante la giovane età, ad essere assegnato alla direzione di Regina Coeli. Il carcere appare fin da subito molto complicato da gestire per via dei loschi figuri che lo popolano, e Carlo inoltre rileva all'interno della struttura strani movimenti. La struttura pare proprio essere infatti luogo di particolari riti esoterici segreti. Nell'Italia intrisa di “piduismo” e massoneria deviata, il giovane servitore dello stato si ritrova invischiato in un gioco di potere molto più grande di lui e quindi a volere fare luce su diversi accadimenti a dir poco incresciosi, come il caso di un omicidio-suicidio sospetto, che rivelano però più di un legame con un passato oscuro, con le SS di Himmler e i culti misterici legati al Tibet, passando dalle origini del Reich fino al ruolo di Papa Montini nella protezione di numerosi gerarchi nazisti... Il romanzo di Carlo Brunetti, in parte autobiografico dato che l'autore è anch'egli un direttore di un penitenziario, è un ottimo giallo con venature di noir e qualche ingrediente da thriller storico, dati tutti i numerosi riferimenti al nostro recentissimo passato. Un amalgama perfetto in cui nessun elemento prevale ma anzi si intreccia con gli altri in maniera serrata, fino alla conclusione che dirime ogni dubbio nella mente del lettore. Ciò che rende il romanzo molto credibile e godibile al tempo stesso è certamente la caratterizzazione dei vari personaggi: il detenuto Reiner, uomo dai molti misteri, il cappellano del carcere don Juric, inquietante come pochi, o ancora l'agente Pinna, il capo degli agenti di custodia ricco di esperienza e di buon cuore. Un romanzo che involontariamente indaga anche sull'animo umano, su quanto sia facile molto spesso manipolare le menti altrui per scopi non sempre edificanti e che ritrae l'ambiente carcerario finalmente non come il solito ambiente asfittico e asettico, ma come un luogo abitato da persone."




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