L'interesse del grande pubblico per "THULE - Il segno
del comando" continua a crescere, come testimoniano i 1420 likers della
pagina Facebook dedicata all'avvincente romanzo.
Grazie a tutti!
Di seguito si riporta la recensione apparsa su
Mangialibri.it:
"Anni Settanta, Roma, la capitale di un Paese in piena
agitazione politica. Carlo Maria Ferrero è un enfant prodige
dell'amministrazione penitenziaria. Il suo stile deciso e al contempo corretto
lo ha portato in breve tempo, nonostante la giovane età, ad essere assegnato
alla direzione di Regina Coeli. Il carcere appare fin da subito molto
complicato da gestire per via dei loschi figuri che lo popolano, e Carlo
inoltre rileva all'interno della struttura strani movimenti. La struttura pare
proprio essere infatti luogo di particolari riti esoterici segreti. Nell'Italia
intrisa di “piduismo” e massoneria deviata, il giovane servitore dello stato si
ritrova invischiato in un gioco di potere molto più grande di lui e quindi a
volere fare luce su diversi accadimenti a dir poco incresciosi, come il caso di
un omicidio-suicidio sospetto, che rivelano però più di un legame con un
passato oscuro, con le SS di Himmler e i culti misterici legati al Tibet,
passando dalle origini del Reich fino al ruolo di Papa Montini nella protezione
di numerosi gerarchi nazisti... Il romanzo di Carlo Brunetti, in parte
autobiografico dato che l'autore è anch'egli un direttore di un penitenziario,
è un ottimo giallo con venature di noir e qualche ingrediente da thriller
storico, dati tutti i numerosi riferimenti al nostro recentissimo passato. Un
amalgama perfetto in cui nessun elemento prevale ma anzi si intreccia con gli
altri in maniera serrata, fino alla conclusione che dirime ogni dubbio nella
mente del lettore. Ciò che rende il romanzo molto credibile e godibile al tempo
stesso è certamente la caratterizzazione dei vari personaggi: il detenuto
Reiner, uomo dai molti misteri, il cappellano del carcere don Juric,
inquietante come pochi, o ancora l'agente Pinna, il capo degli agenti di
custodia ricco di esperienza e di buon cuore. Un romanzo che involontariamente
indaga anche sull'animo umano, su quanto sia facile molto spesso manipolare le
menti altrui per scopi non sempre edificanti e che ritrae l'ambiente carcerario
finalmente non come il solito ambiente asfittico e asettico, ma come un luogo
abitato da persone."
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