"A
Roma lo aspettava il carcere: Regina Coeli.
Alla fine di via della Lungara,
all’alba di un giorno d’estate, non te l’aspetti un carcere. Un fiume di miele
addolcisce il cielo e il portone sembra
d’oro come la copertina di un libro antico, di quelli che si vedono nelle
biblioteche importanti.
Lo apri e ci trovi santi, eroi e i
mostri che popolano gli incubi degli uomini da sempre, miniati in rosso, oro e
blu.
Carlo s’aspettava che fosse Sharazad ad aprirlo e
non un agente di custodia con gli occhi assonnati e inquieti.
Camminava lento, come da bambino quando entrava in chiesa col
timore della croce troppo grande sopra l’altare ed il viso duro del Redentore
che pendeva sui fedeli."
Così comincia il mio romanzo....in una Roma anni 60-70...a trastevere...
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