Si segnala ai lettori l'articolo apparso sulla rivista on-line "Punto Abruzzo.it" a firma del dr. Pino Cavuoti.
Di seguito il testo della nuova recensione.
L’esordio letterario di Carlo Brunetti con “Thule” e i misteri di Regina Coeli
gen 12 2014
Verso la fine della scorsa estate ho ricevuto a casa un libro. E’ stato scritto
da Carlo Brunetti, che ho conosciuto a Vasto nella sua funzione
di direttore della casa circondariale di Torre Sinello. Il libro ha una
copertina di colore bianco ed ha il titolo “Thule – Il segno del comando”,
rappresenta il suo esordio letterario ed è autoprodotto. E’ dedicato alla
moglie Rossella “che era la mia vita” e che il destino ha voluto strapparla al
suo affetto proprio a Vasto, in maniera così drammatica. La lettura procede
scorrevole e con piacere, anche se avrei preferito qualche pagina in più.
L’impressione è che lo scrittore avesse fretta di finire, eppure la narrazione
ha ritmo ed è il frutto di un attento lavoro di ricerca. La storia è intricante
e porta il lettore a viaggiare tra il passato e nel presente dei fatti
narrati costringendo a una lettura delle pagine non distratta, in particolare di
quelle che parlano della Germania di Adolf Hitler. E’ ambientato nella primavera
del 1970, dentro le cinta murarie del carcere di Regina Coeli dove arriva un
nuovo direttore, Carlo Maria Ferrero. Arrivo segnato da un detenuto che è stato
malmenato e da “strani personaggi in una struttura dove si tengono culti
misterici” e che hanno alle spalle un percorso tormentato e caratterizzato da
violenze e sopraffazione. Il giovane funzionario dovrà fare i conti con
personaggi legati tra loro alla ricerca di Agharti e la Thule,
tra nazismo ed esoterismo. Un romanzo che «vuole essere – come scrive nella
lettera che Brunetti mi ha inviato – un momento di apertura sul complesso e
affascinante mondo carcerario». E lo si fa entrando dal cancello principale
accompagnati da chi vive ogni giorno la realtà del mondo visto, seppur per
lavoro, da dietro le sbarre.